(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 96

 

 

RUGGITI NELLA NOTTE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Un vecchio proverbio afferma che è sempre più buio prima dell’alba. È proprio in queste ore che certe imprese criminali trovano il momento più favorevole in un posto come Harlem.

            Questo gruppetto di spacciatori pensava di avere vita facile, poi è arrivato il vigilante in costume che si fa chiamare Leopardo Nero ed il risultato del breve scontro sono tre uomini a terra e due ragazzi, potenziali acquirenti, in piedi anche se un po’ scossi.

-Filate!- intima il Leopardo Nero e loro non se lo fanno ripetere due volte.

            Alle spalle dell’uomo in costume nero, uno degli spacciatori non è svenuto ed ha estratto una pistola. L’altro se n’è accorto e non è preoccupato.

            Prima che possa voltarsi, però, qualcosa fende l’aria con un sibilo ed una freccia si conficca nella mano armata del suo nemico strappandogli un urlo.

            Il Leopardo Nero riconosce la freccia, sa a chi appartiene. Alza la testa nella direzione da cui è arrivato il dardo e poi, con un gesto deciso, lo estrae dalla mano dell’afroamericano, incurante del fatto che così facendo lacera tendini e muscoli forse in modo irreversibile. La sua pietà non è per quelli come lui.

Si lascia alle spalle l’uomo svenuto per il dolore e balza verso un vicino palazzo. In pochi minuti è sul tetto, dove lo attende una giovane donna dalla pelle color ebano, molto attraente, dal fisico flessuoso come una gazzella che indossa un abito rosso corto ed attillato. A tracolla porta un arco ed una faretra colma di frecce.

-Okoye.- mormora lui.

-Mio Signore.- replica lei con un inchino.

-Non sono più il tuo Signore e tu non devi seguirmi. Scommetto che è stata un’idea di Omoro, quel vecchio furfante.-

-Ho lasciato le Dora Milaje[1] ed ora non ho più obblighi se non quelli che mi detta il mio onore- replica la ragazza di nome Okoye - Questa città, questo quartiere, mi piacciono. Credo che ci resterò. Immagino che questo voglia dire che le nostre strade si incroceranno spesso.-

            Il Leopardo Nero sospira.

 

            In un lussuoso hotel di New York Kyle Jinadu si alza dal letto disfatto badando a non svegliare l’uomo che dorme al suo fianco dopo una notte che può, a buon diritto, definire molto intensa, e si avvia verso il bagno. Non si accorge che alle sue spalle il suo compagno ha alzato la testa.

            Dopo aver fatto quel che doveva fare, Kyle si concede una doccia corroborante. Lo aspetta una giornata di lavoro molto piena e vuole essere in forma. L’incontro con quell’affascinante giovanotto al bar dell’hotel la sera precedente è stato un piacevole intermezzo. Molto piacevole, deve ammettere: lui e quel ragazzo mezzo giapponese si sono intesi immediatamente.

            Sta sorridendo a questi pensieri quando la porta del box doccia si apre:

-Hai deciso di unirti a me?- chiede in tono divertito.

            Il sorriso gli muore sulle labbra quando vede che nel vano della porta c’è un uomo con un costume rosso che gli lascia scoperti solo gli occhi. Impugna uno strano pugnale.

-Ma cosa…?- esclama.

            L’altro non dice una parola e sta per colpire Kyle quando, improvvisamente, due artigli metallici gli trapassano la schiena per poi uscire dal suo petto.

            Sotto gli occhi increduli di Kyle il ninja si affloscia disintegrandosi finché di lui non rimangono che i vestiti sul pavimento.

            In piedi davanti a Kyle c’è il suo compagno di bagordi notturni. Da ciascuno dei suoi polsi esce un paio d’artigli rivestiti di metallo.

-Akihiro!?- esclama Kyle sorpreso -Tu… quegli artigli… cosa… chi sei?-

-Quello che ti ha appena salvato la vita, tesoro… con la benedizione del Dipartimento H.- ribatte l’altro rinfoderando gli artigli.

-Il Dipartimento H? Comincio a capire. Mi hai agganciato per conto loro? Che bella sorpresa.-

-Se ti può consolare, è stata una mia idea. La donna che mi ha contattato non avrebbe mai approvato, mi sa. Io comunque mi sono divertito stanotte.-

-I tuoi artigli… sei come Wolverine...-

-Io e lui abbiamo molto in comune, in effetti, ma non è di questo che dobbiamo parlare adesso. Mi pagano per proteggerti e di solito non faccio troppe domande ma stavolta sono curioso; perché dei killer della Mano sono stati inviati ad uccidere proprio te?-

 

            L’alba sorge anche su San Francisco California ed il mattino porta macabre scoperte in una suite del famoso hotel Marriott Marquis all’incrocio tra Fourth e Mission Street.

            Il Tenente Shirley Lennox, capo di una squadra dell’unità C.S.I.[2] del Dipartimento di Polizia della Città sulla Baia si è ormai abituata alla vista di ciò che la aspetta nella suite e così pure il pacioso Dottor Styne, il Medico Legale.

-Stesso scenario delle altre volte?- chiede

-Decisamente sì.- risponde il medico.-Maschio, bianco, sbranato e parzialmente divorato. È la nostra pantera, non ho dubbi.-

-Ok,allora…- Lennox si rivolge al suo team -… diamoci da fare e speriamo, stavolta, di trovare qualcosa che ci permetta di scovare quella sgualdrina.-

            Dal corridoio il Tenente Sabrina Morrell della Squadra Omicidi scuote la testa dubbiosa. Sono passati tre giorni da quando la misteriosa serial killer che può trasformarsi in una pantera nera, un giaguaro per essere esatti, è sfuggita alla loro caccia serrata.[3] Da allora questa è la terza vittima. Sempre maschio, ma non necessariamente bianco, una delle vittime era afroamericana, tra i trenta e i settant’anni e sempre in hotel di lusso.

            Quella sgualdrina, come l’ha chiamata la Lennox, è audace, non c’è che dire: non si ferma, anche se sa di essere ricercata da ogni forza di polizia della città, ma prima o poi commetterà un errore, purché non siano troppe le vittime nel frattempo.

 

 

2.

 

                       

Robert O’Hara è entrato nella Polizia di San Francisco giovanissimo ed ha percorso tutta la scala gerarchica da agente in uniforme sino a Capo della Polizia, un ruolo ricoperto per anni e per cui è spesso rimpianto. Non molto tempo dopo che era andato in pensione, il Sindaco l’ha nominato membro della Commissione di Polizia, l’organo indipendente che supervisiona l’attività del Dipartimento e ne nomina il Capo. Cinque membri dei restanti sei lo hanno rapidamente nominato Presidente e lui ha accettato la carica senza particolare entusiasmo per ritrovarsi riconfermato nei due anni seguenti. Il fatto è che O’ Hara ha preso molto sul serio il suo ruolo e questo non l’ha reso molto popolare tra i politici, la sua riconferma come Commissario per un altro quadriennio non è affatto scontata.

            In questo momento è nell’ufficio del nuovo Sindaco per discutere dei recenti problemi.

-Deve capirmi, O’Hara.- sta dicendo la donna in questione -In questi giorni mi stanno mettendo tutti sotto pressione. Come se non fossero bastati gli exploit di Hobgoblin e la sua uccisione da parte del Punitore mentre era sotto custodia,[4] ecco che spunta una pantera serial killer. La gente è spaventata.-

-Con tutto il rispetto, signora…- replica O’Hara -… se la Polizia avesse più uomini e più fondi a disposizione, la pantera serial killer, come la chiama lei, forse sarebbe già stata presa.-

            Sadie Sinclair è una bella donna dai capelli neri a caschetto. A vederla sembra avere a malapena l’età minima per la carica che occupa ma non è esattamente una sprovveduta. Guarda dritto negli occhi O’Hara e replica:

-Le assicuro, Robert, che capisco le sue preoccupazioni ma lei deve capire le mie: la gente può abituarsi ai supercriminali e l’unità Codice Blu da lei sponsorizzata è molto popolare ma l’idea di una belva in libertà che può colpire chiunque in qualunque momento spaventa tutti.-

-Non è una belva, è una donna che può trasformarsi ed ha dei bersagli precisi: uomini maturi in cerca di facili avventure.-

-E se cambiasse bersagli? Non possiamo davvero essere sicuri di nulla. Per questo ho chiesto aiuto al F.B.S.A.-

-Cosa?-

            O’Hara non è sicuro se è più arrabbiato o sorpreso.

-Non può prendere una decisione simile senza consultarmi… senza consultare la Commissione.- dice.

-Glielo sto dicendo adesso.-

-Farà sembrare che la Polizia di San Francisco non è capace di fare il suo lavoro.-

-Sa che non lo penso ma più dell’orgoglio è importante prendere quella pantera, non crede?-

            O’Hara non ribatte ma mastica amaro. Sadie Sinclair prosegue:

-Immagino che l’agente o gli agenti incaricati siano già arrivati al Quartier Generale della Polizia. Spero che trovino gente più ben disposta di lei, Robert.-

 

            La donna dai capelli biondi ed il vestito scuro che entra nei locali della Squadra Omicidi del Dipartimento di Polizia di San Francisco è immediatamente identificata come agente federale da tutti presenti. La gamma delle loro espressioni varia dalla curiosità all’ostilità passando anche per l’apprezzamento fisico.

            La donna li squadra tutti rapidamente poi dice:

-Sto cercando il Tenente Sabrina Morrell.-

-Sono io.- si fa avanti una donna alta e slanciata dai capelli rossi che indossa una camicia celeste coi primi bottoni sbottonati, giubbotto di pelle nera e jeans attillati -che posso fare per lei?-

-Sono l’Agente Speciale del F.B.S.A. Donna Kiel.- si presenta la nuova venuta -Appartengo all’Unità di Analisi Comportamentale di Washington.-

-Una profiler.- borbotta uno degli ispettori presenti -Ci mancava solo questa.-

-Zitto Harry!- lo ammonisce Sabrina poi si rivolge all’Agente Kiel -Cosa la porta qui?-

-È arrivata una richiesta dall’ufficio del vostro Sindaco per una consulenza ed io sono stata mandata qui per una valutazione preliminare.-

-Capisco.- borbotta Sabrina -Non sapevo che l’F.B.S.A. avesse un’unità di analisi comportamentale.-

-È stata costituita da poco. I serial killer superumani non sono molti ma sono un fenomeno preoccupante comunque.-

-Ho sentito che ne è saltato fuori uno nel Sud Ovest.-[5]

-Ce ne stiamo occupando, ma parliamo della vostra serial killer che può trasformarsi in pantera.-

-Ha qualche brillante teoria da sottoporre a noi poveri ignoranti poliziotti locali?- chiede in tono sarcastico Harry.

-Se ce l’ha, io sarei curioso di sentirla.

            A parlare è stato un uomo sulla trentina dai capelli castani che indossa la divisa della SWAT[6] del SFPD.[7] Donna Kiel si gira e gli tende la mano dicendo:

-Lei dev’essere il Comandante Paul Carson di Codice Blu. Lieta di conoscerla.-

-Venite nel mio ufficio, anche tu Harry, staremo più comodi.- dice Sabrina.

            Pochi minuti dopo, seduta alla sua scrivania, chiede all’agente federale:

-Allora ha già elaborato un profilo?-

-Ci sto lavorando sopra- risponde Donna Kiel - Per ora mi sento solo di dire che la trasformazione in giaguaro nero del nostro soggetto ignoto deve essere legata al sesso. Mi sento di dire che quasi certamente è il momento dell’orgasmo ad innescarla.-

-Il Tenente Shirley Lennox era giunta alla stessa conclusione.- commenta Sabrina

-Mi fa piacere sentirlo. Il che porta, però, ad un’ulteriore conclusione: la nostra ignota vuole provocare la trasformazione e le sue conseguenze. Sente il bisogno di farlo. Va nei luoghi di possibili incontri, locali pubblici o simili, avvicina le sue vittime, le seduce, ci fa sesso e ...-

-… le uccide e poi le divora. Brrr.- conclude Harry.

-Esattamente. Una serie di azioni compulsive. Sarebbe interessante capire qual è più importante: il sesso, la trasformazione o la nutrizione? Capire le sue motivazioni ci aiuterebbe ad arrivare a lei, come pure sapere se è una mutante oppure è diventata quello che è per qualche motivo che magari è il suo fattore scatenante. Per ora mi sento di dire che una donna molto attraente, tra i venti e i trent’anni, che viene dal Messico o dall’America Centrale, i luoghi dove sono più vivi i miti sugli uomini e donne giaguaro, magari con ascendenze indie.-

-A questo ci eravamo arrivati anche noi, ma non ci aiuta.- interviene Paul Carson -Ha idea di quante siano le donne con queste caratteristiche a San Francisco? Glielo dico io: troppe.-

            Nessuno ha nulla da aggiungere.

 

            Seduto sul bordo del letto mentre si riveste Kyle Jinadu ha un’espressione decisamente cupa

-Sto ancora aspettando una risposta.- gli dice con voce dura il suo partner della notte appena passata.

            È un giovane che dimostra poco più di vent’anni, fisico atletico di chiare ascendenze asiatiche, forse giapponesi, oltre che occidentali, dalla testa rasata a parte una striscia di capelli al centro in stile moicano. È in piedi davanti a lui e lo fissa con espressione dura.

-Sul perché la Mano mi voglia morto? Non lo so davvero. Fino a venti minuti fa neanche sapevo dell’esistenza di una setta di assassini ninja chiamata la Mano .-

            L’altro si china su Kyle e gli mette la mano su una spalla ma non sembra un gesto molto amichevole.

-Ascolta amico, io ho ancora meno pazienza di mio pa… di Wolverine quindi non raccontarmi balle: il Dipartimento H mi ha assunto per proteggerti e nessuno assolda un tipo come me se non ci sono superumani di mezzo, quindi è ovvio che non sei un semplice addetto alle pubbliche relazioni di un network canadese. Per chi lavori davvero? Il C.S.I.S.[8] o magari lo S.H.I.E.L.D.?-

            Kyle sospira poi risponde:

-Sono quello che ho detto. Qualche tempo fa sono uscito con Jean-Paul Beaubier…-

-Northstar di Alpha Flight, il primo supereroe gay a fare coming out, molto appropriato. Questo spiega la tua connessione col Dipartimento H ma non il resto. Vai avanti -

-Mentre stavamo insieme ho conosciuto questo ragazzo giapponese molto bello e beh… puoi immaginare com’è finita.-

-Non mi scandalizzi. Nemmeno io sono il tipo molto fedele.-

-Per farla breve, ma questo l’ho scoperto dopo, apparteneva alla Yakuza[9] ed era in Canada per un qualche affare ma faceva il doppio gioco con un’organizzazione rivale. Il suo capo lo scoprì e mandò dei sicari per ucciderlo. Lo fecero letteralmente a pezzi.-

-Ok, ma perché vogliono morto anche te?-

-È questo il punto non lo so. Hanno provato ad uccidermi in Canada ma Northstar ed i suoi amici mi hanno salvato. Per quanto ce l’avesse con me per il mio tradimento, Jean-Paul non voleva certo vedermi morto. Volevano inserirmi nel Programma Protezione Testimoni ma ho rifiutato. Bello scemo eh? Il giorno dopo sono partito per New York.-

-E lo stesso giorno il Dipartimento H mi ha contattato. Ottima idea, visto quel che è successo. Se è coinvolta la Mano, so chi c’è dietro a tutto e mi sta bene: lui vuole morto te, ma io voglio morto lui.-

            L’uomo di nome Akihiro fa un sorriso cattivo.

 

 

3.

 

 

            La Regina Ragno è stata sbilanciata dall’impatto con l’uomo che le è piombato addosso dall’alto e le sue zampe ragnesche aggiuntive sono a malapena riuscite a bloccarne la caduta. L’uomo l’ha toccata sulle spalle scaricandole addosso un bel po’ di volt di elettricità. Charlotte Witter ha tremato ma ora si è ripresa e lo fissa con cattiveria.

-Credevi davvero che bastasse una comune scossa elettrica per fermare una come me?- gli chiede.

-Beh, non mi sarebbe dispiaciuto, lo ammetto.- replica l’altro con spavalderia.

            Donyell Taylor, meglio conosciuto come Bandit, vorrebbe essere così sicuro di sé quanto vuol sembrare ma la realtà è che sa benissimo che sconfiggere la Regina Ragno non sarà affatto una passeggiata.

            Da quel che ha letto di lei, è un osso duro. Aveva cominciato come supercriminale al servizio del Dottor Octopus che le aveva fornito i superpoteri, facendosi chiamare Donna Ragno, un nome già portato da altre superdonne, poi, per un po’, aveva fatto la supereroina. Ad un certo punto si era unita ad una specie di culto a cui aveva sacrificato il suo stesso figlio. Per questo motivo era dovuta fuggire in Sudamerica dove era divenuta l’amante del boss noto come Tarantula Nera ed era attualmente il suo comandante in seconda col nuovo nome di battaglia di Regina Ragno[10] Tutte informazioni interessanti ma che non l’aiutano a restare vivo, pensa Bandit.

-Resta fermo solo un attimo e sarà tutto finito.- dice la Regina Ragno sparando una scarica velenosa che lui evita rotolando di lato.

            Sta per usare i suoi bastoni per reagire quando si ode il rumore di un’esplosione lontana.

-Ma cosa…?-

Donyell approfitta della distrazione della Regina Ragno per colpirla con due scariche elettriche gemelle incanalate attraverso i suoi bastoni.

-Spiacente.- dice mentre la sua avversaria si accascia al suolo -Non avevo il tempo di giocare pulito,-

 

            Il Ducato di Lichtenbad è un piccolo Stato dell’Europa Centrale situato tra la Germania e l’Austria, talmente piccolo che i maligni dicono che sia possibile percorrerlo tutto a piedi in meno di una giornata.

Governato per generazioni dalla dinastia Kruger il Lichtenbad ha due principali risorse economiche: le banche e il turismo. Tra i turisti in arrivo oggi nel piccolo aeroporto della capitale e unica città del piccolo Stato c’è una ragazza bionda molto attraente di circa 18 anni che indossa un tubino aderente nero. Il nome sul suo passaporto è Belinda Swann ma il suo vero nome è Nina McCabe e nel suo particolare tipo di lavoro è nota come Cigno Nero. È una killer professionista, allieva di quella che da molti è considerata la migliore in questo campo. Il suo attuale incarico è uccidere il Duca Regnante. Chi possa volere morto il capo di uno Stato tanto insignificante non le importa. Chiunque sia, è disposto a pagare il suo salato onorario e tanto le basta.

Nina guarda verso il castello medievale che è la residenza del Duca. Per quanto possa essere fortificato, non dovrebbe rappresentare un problema per una con le sue capacità ma ci penserà appena calata la notte. Per ora reciterà la parte della turista.

 

Le hall ed i banconi di molti locali o hotel vedono spesso la presenza di giovani donne vestite in modo sexy ma non volgare. Alcune di loro sono semplicemente in cerca di facili avventure di una notte, altre sono prostitute d’alto bordo in attesa del cliente giusto. I gestori lo sanno e purché le cose si concludano con discrezione chiudono volentieri entrambi gli occhi.

La giovane donna che entra nel salone attira inevitabilmente tutti gli sguardi. Lunghi capelli neri che le ricadono sulla schiena, abito bianco che ne fascia le forme lasciando poco spazio all’immaginazione ed esaltando la sua carnagione olivastra. Si siede al banco e subito diversi uomini ed anche qualche donna le si fanno intorno.

Lei sorride si guarda intorno scegliendo la sua prossima preda.

 

 

4.

 

 

            Il giovanotto che entra nel salone del Waldorf Astoria hotel dove si sta svolgendo un party offerto dagli Imperial Studios attira immediatamente l’attenzione dei presenti, siano essi donne o uomini. I loro sguardi si puntano su di lui con evidente ammirazione.

-A quanto pare, hai fatto colpo.- gli sussurra il suo compagno.

-Mi capita sempre.- replica l’altro con un sogghigno.

            Una donna dai capelli rossi che indossa un abito da sera scarlatto ed è a braccetto con una ragazza più giovane dai capelli biondi e lunghi che indossa un abito corto di lamé dorato si avvicina loro.

-Kyle, tesoro!- esclama -Sei arrivato finalmente e non da solo, vedo. Devo complimentarmi per il tuo gusto. Come sai non sono interessata all’articolo, ma devo ammettere che è davvero un bel ragazzo. Non lo pensi anche tu, Brie cara?-

            La ragazza bionda annuisce senza imbarazzo.

-Oh, sì, Chili. Decisamente.- dice.

-Non mostrare troppo entusiasmo, tesoro. Allora, Kyle, non ci presenti la tua ultima conquista?-

            Prima che Kyle Jinadu possa rispondere, è il suo accompagnatore a parlare:

-Mi chiamo Akihiro.-

-Giapponese?-

-Per metà. Mia madre era giapponese ma mio padre… lui è Canadese.-

-Interessante. Lavora anche lei nelle pubbliche relazioni, Akihiro? Non ho capito il cognome.-

-Non l’ho detto e quanto al mio lavoro… diciamo che ha a che fare con le pubbliche relazioni ma non nel senso che pensa lei.-

            Mentre parla, sulle labbra di Akihiro si forma un sorrisetto insolente. La donna dai capelli rossi resta un attimo perplessa e poi fa una risatina.

-Touchè.- replica divertita -Ho la sensazione che lei sia davvero un tipo interessante Mister Akihiro senza cognome. Ah, per completare le presentazioni, io sono Chili Storm, ex modella, attrice, produttrice e tante altre cose. La mia amichetta è Brie Daniels, attrice in ascesa. Forse ci conosce di fama.-

-Temo di avere poco tempo per guardare la TV             o andare al cinema, mi spiace.- si scusa Akihiro senza mostrare troppa convinzione e senza nemmeno badare all’espressione chiaramente delusa di Brie Daniels.

-Nessun problema.- replica Chili Storm -La fama è una cosa così effimera dopotutto. Scusate ma ho appena visto due mie vecchie amiche dei tempi in cui ero una top model e non posso proprio lasciarle sole . Millie… Toni…-

            Mentre Chili trascina letteralmente via la sua compagna, Kyle commenta:

-Il tuo fascino selvaggio non funziona con Chili. Quando ha rivelato di essere lesbica un sacco di suoi fan sono rimasti spiazzati. Brie Daniels è un’altra storia, ti stava spogliando con gli occhi.-

-Può darsi che mi tolga lo sfizio di spogliarla io, più tardi.- ribatte Akihiro divertito -Ora scusami, ma ho visto qualcuno con cui devo assolutamente parlare.-

            Senza lasciare al suo compagno il tempo di replicare, Akihiro si infila tra la folla oltrepassando un po’ di gente i cui volti gli dicono poco o niente e raggiunge una giovane donna giapponese che si sta servendo al buffet.

-Che piacere vederti qui, Fuyumi-San.- le dice arrivandole alle spalle.

            Lei si volta di scatto ed esclama:

-Daken! Questa è una vera sorpresa!-

-Lo immagino.- ribatte lui prendendo un bicchiere di un cocktail da un cameriere di passaggio -Il tuo uomo, Tsurayaba, non è qui?-

-Perché vuoi saperlo? Vorresti ucciderlo davanti a tutta questa gente?-

-L’idea mi tenta, lo ammetto ma per stavolta mi limiterò ad un avvertimento: Kyle Jinadu è sotto la mia protezione e chiunque tentasse di ucciderlo se la dovrà vedere con me.-

-La cosa non spaventerebbe nessun assassino della Mano, ma la riferirò comunque a Matsu’o. Ne sarà divertito.- replica, con calma apparente, Fuyumi Fujikawa.

           

            La scena le è familiare l’ha vissuta così tante volte ormai da non ricordare quante: l’uomo che ha scelto è sopra di lei e la sta penetrando. È solo questione di poco, quanto dipende anche da lui.

            Ed ecco che accade, proprio nel momento dell’orgasmo. Come le altre volte, come tutte le volte da che lei ricorda. Il suo grido diventa un ruggito. Il piacere diventa dolore ed il suo corpo si trasforma. La donna non c’è più, c’è solo la pantera e la pantera uccide con spietata efficienza la sua preda poi comincia con calma il suo pasto.

 

            L’ultima cosa che Elektra si sarebbe mai aspettata era di ricevere un incarico dalla C.I.A. e che a fare da tramite tra lei e l’Agenzia sarebbe stato un boss della mafia irlandese che asserisce di essere in pensione e nel cui ufficio sul porto si è recata per ritrovarsi seduta su una comoda poltroncina mentre Slaughter le illustra il suo incarico.

            Una volta conosciuta l’identità del suo “contratto”, Elektra ha sorriso poi ha detto ad Eric Slaughter l’importo del mondo suo onorario, una cifra molto superiore a quanto prende di solito per uccidere qualcuno, ed ha aggiunto:

-Non è sono trattabili ovviamente. La cifra è proporzionata sia all’importanza del bersaglio che ai rischi che correrò da sola in un territorio ostile.-

-Ne sono consapevole.- ha replicato Slaughter.

            Ha fatto una telefonata ed infine ha detto:

-Hanno accettato. Non ho mai avuto dubbi che l’avrebbero fatto, dopotutto sanno benissimo che lei è l’unica che può compiere l’impresa e tornare indietro viva.-

-Dubito che a quei signori importi davvero che io sopravviva alla riuscita dell’incarico.- ha ribattuto Elektra alzandosi in piedi -Anzi, probabilmente sarebbero contenti se non riuscissi a tornare indietro, un imbarazzo di meno per loro. Mi hanno scelta non solo perché sono la migliore, ma perché sono anche sacrificabile.-

-Ma lei tornerà. La conosco: è una combattente. Non la tratterrebbe neanche l’Inferno.-

            Lei ha accennato un sorriso ed ha replicato:

-Non c’è riuscito nemmeno il paradiso… o qualcosa che gli assomigliava parecchio.-

            Ha stretto la mano al vecchio gangster e lasciato il suo ufficio. C’erano un po’ di cose da sistemare prima della partenza, meglio non perdere tempo.

            Sono passati due giorni da allora. Elektra ha salutato la sua pupilla Nina McCabe in procinto di partire per l’Europa. Ha cenato coi suoi vecchi amici King Lau, Konnie Weiss e McKinley Stewart poi ha passato la notte con quest’ultimo ed il giorno dopo ha preso un aereo diretto a Est. Dopo un paio di cambi di aereo sotto differenti identità di comodo, è infine giunta all’ultima tappa.

            Da qui in avanti sarà sola. Non è una novità per lei, in fondo è la storia della sua vita.

 

 

5.

 

 

            Dopo aver fatto tutto quel che andava fatto, la pantera balza giù dal letto e si dirige verso il bagno. A poco a poco riprende forma umana e posizione eretta. Apre la doccia e lascia che l’acqua calda lavi via il sangue della sua vittima dal suo corpo.

            Alla fine esce dal bagno e si riveste con calma senza badare al corpo martoriato sul letto, poi esce dalla stanza e si chiude la porta alle spalle.

            Il portiere di notte la guarda perplesso mentre lascia l’hotel. Non l’ha già vista prima? Si chiede. Domanda oziosa, si risponde da solo: è sicuramente una escort d’alto bordo, di quelle che i clienti facoltosi si portano in camera e che il personale finge di ignorare. è certamente così, eppure… eppure…

            Quando finalmente ricorda quando l’ha già vista, lei è già lontana.

 

            Thomas Charlton, assistente sociale del Dipartimento Risorse Umane della Città di New York si ferma davanti ad uno dei casermoni che formano uno dei più grossi complessi di case popolari di Harlem e sospira.

            Sa bene che secondo quanto si dice comunemente qui prosperano, se tale termine può considerarsi appropriato alle circostanze, crimine e degrado e che un maschio afroamericano che vive qui ha appena il 37% di probabilità di arrivare a 65 anni, esattamente come in Angola. Sa anche che il compito che si è scelto è molto difficile, se non impossibile, ma non può e non vuole tirarsi indietro.

-Si comincia sempre con un piccolo passo.- dice, poi entra nel palazzo.

 

            Akihiro volta le spalle a Fuyumi Fujikawa e sorride alla ragazza bionda che lo sta fissando da poco lontano sollevando il bicchiere in segno di saluto.

            Davvero carina, pensa. Se non dovesse badare all’incolumità di Kyle Jinadu, ci farebbe un pensierino. Magari si farà dare il suo numero di telefono, non glielo negherà, lo sa.

            Si sta avviando verso di lei quando la vede voltare di scatto la testa e la sente gridare:

-Attenzione!-

            Il figlio di Wolverine segue la direzione dello sguardo della ragazza e vede quella che è evidentemente la scia di un mirino laser che punta dritta verso Kyle.

            Senza esitare si tuffa su di lui urtando una coppia formata da un uomo biondo ed una donna dai capelli rossi. Gli è quasi addosso quando sente un improvviso dolore acuto alla schiena. Piomba a faccia in giù sul pavimento mentre la giacca bianca del suo smoking si arrossa a causa di una pozza di sangue che si allarga sempre di più.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Poche cose da dire su quest’episodio, quindi non perdiamo tempo:

1)     Kyle Jinadu è un personaggio creato da Matt Fraction & Greg Land su Uncanny X-Men #508 datato giugno 2009 che appare in MIT per la prima volta. Come da tradizione, la nostra versione pur mantenendo intatte le caratteristiche fondamentali del personaggio, sarà un po’ diversa. Tanto per cominciare, non ha sposato Jean Paul Beaubier, alias Northstar di Alpha Flight, ma ha comunque avuto una relazione con lui che ora è finita.

2)     Sarà felice chi mi rimproverava di non aver mai scritto una scena con due uomini a letto insieme, ebbene, ho rimediato alla mancanza. -_^

3)     Okoye è stata creata da Christopher Priest & Joe Quesada & Mark Texeira su Black Panther Vol. 4° #1 datato novembre 1998.

4)     Sadie Sinclair è stata creata da Ed Brubaker & Mike Choi su The Order Vol. 2° #6 datato febbraio 2008. Per lei vale quanto detto per Kyle Jinadu.

5)     Donna Kiel è stata creata da Rob Williams & Matteo Buffagni su Daken: Dark Wolverine #10 datato agosto 2011. Idem come sopra.

6)     Il Lichtenbad è una piccola nazione inventata dell’Europa Centrale che si innesta in una tradizione letteraria che ha come punto di riferimento la Ruritania, creata da Anthony Hope nel libro “Il prigioniero di Zenda” del 1894. È stata creata da Stan Lee & Wally Wood & Bob Powell su Daredevil Vol. 1#9 datato agosto 1965.

7)     La scena finale della storia è simmetrica a quella finale di Devil #93, sempre scritto da me, in un gioco di crosscontinuity.

            Nel prossimo episodio: chi ha sparato a Daken e chi era il vero bersaglio ? Inoltre, sapremo di più delle missioni di Elektra e Cigno Nero e la caccia alla donna giaguaro si avvia alla conclusione.

            Vi aspetto.

 

 

Carlo



[1] Guardie del Corpo del sovrano di Wakanda, tutte donne e guerriere formidabili.

[2] Crime Scene Investigations.

[3] Nell’ultimo episodio.

[4] Ecco cosa vi siete persi a non leggere Ragno Rosso. -_^

[5]Vedi ultimi episodi di Hulk.

[6] Special Weapons And Tactics, le squadre speciali di pronto intervento delle forze dell’ordine americane.

[7] San Francisco Police Department, ovviamente.

[8] Canadian Security Intelligence Service, o Service Canadien du renseignement de sécurité in Francese, il principale servizio di intelligence nazionale del Canada.

[9] Il Crimine Organizzato giapponese.

[10] Un riassunto alquanto sintetico e non sempre accurato delle imprese di Charlotte Witter.